Monday, June 18, 2007

IL TUNNEL SUBLAGUNARE

Ancora con questo tunnel. Ma a che serve? Per unire Mestre al Lido. Ma a favore di chi? Sicuramente non a favore di Venezia. Ne ha già abbastanza di problemi, per affrontare anche questo! Parlo del ponte di Calatrava, della subsidenza, dell'escavazione dei canali, con la relativa eliminazione dei fanghi, del degrado delle costruzioni, del Mose sì...Mose no, della vendita delle isole e. . . scusate se è poco! Questa idea del tunnel era rimbalzata sui giornali, che non sapevano come riempire le colonne, ma per fortuna non se ne sentiva parlare da tempo. Mi piacerebbe proprio sapere da dove viene ed a quale particolare esigenza risponde. Infatti soprattutto IL GAZZETTINO divulga queste notizie e le spaccia come problemi, la cui soluzione sarebbe vitale per la fragile città. Io penso che sotto ci siano degli interessi, che poco hanno a che vedere con le vere necessità di Venezia.

Saturday, June 09, 2007

CARICHE E DISCARICHE
Il mio amico Luiz da S.Maria di Rio Grande do Sul BS. l'altro giorno mi ha chiesto spiegazioni su delle immagini che aveva visto in un Telegiornale italiano.
"Sai Toni - mi disse - io non parlo bene l'italiano, perciò non ho capito bene ciò che sta accadendo a Napoli ed in altre città del meridione". Si riferiva chiaramente alla vergognosa situazione della spazzatura. Al momento, un po' per vergogna e un po' per mancanza di tempo, non ha saputo dargli una risposta esauriente. Tento di dargliela adesso, attraverso questo post che lo inviterò a leggere.
Quand'ero bambino, sessant'anni fa, mia madre mi mandava a prendere il sale munito di una robusta carta, che il tabaccaio mi riempiva ed accartocciava con cura, perché doveva servire per altre volte. "La carta - diceva - costa più del sale che contiene". Il latte invece andavamo a prenderlo con un particolare bidoncino, fornito di coperchio per questioni igieniche. Più tardi, finita la guerra e la carestia, il latte ci venne fornito in bottiglie di vetro, sulle quali era scritto in bell'evidenza VUOTO A RENDERE .E così si andava a prendere il latte ,portando la bottiglia vecchia debitamente pulita, e si prendeva quella nuova. E questo accadeva anche per le bottiglie delle birra, aranciata ecc... Ma poiché per i commercianti sorgevano problemi di trasporto ed immagazzinaggio, la scritta fu cambiata in: VUOTO A PERDERE.
Il problema veniva scaricato alle famiglie ed agli spazzini, che vedevano aumentare sempre più il loro carico.
Poi si provvide a fornire il sale, lo zucchero, la pasta, i fagioli, il riso. . . e tutto il resto in pacchetti molto igienici e facilmente impilabili. Le borse della spesa furono sostituite da sacchetti in plastica indistruttibile ed anche per gli imballaggi si cominciò a far uso di polistirolo e poliuretano. Ci volle parecchio tempo perché ci si accorgesse che le DISCARICHE si riempivano a vista d'occhio. Ed allora le alte CARICHE decisero di bruciar tutto, senza però avvertirci che la combustione produceva la mortale diossina. D'altro canto nessuno aveva nemmeno pensato di utilizzare il calore, magari per il teleriscaldamento, o per la produzione di energia elettrica. In ogni caso nessuno voleva avere né discariche, né inceneritori nelle vicinanze delle abitazioni.
E qui entra in campo la mafia delle discariche abusive, che lucra illegalmente sul trasporto e l'occultamento delle immondizie.
Qualcuno pensa alla raccolta differenziata, attraverso la quale si può arrivare al riciclaggio, con conseguente riduzione dello smaltimento e possibile risparmio di danaro, a tutto vantaggio dell'intera operazione, che in tal modo potrebbe addirittura "autofinanziarsi". Ma le alte e le basse CARICHE, che la politica ci fornisce ,non sentono la voce di coloro che suggeriscono rimedi intelligenti, come appunto la raccolta differenziata ed addirittura il riutilizzo.
Il problema non è certo di facile soluzione, ma mentre si perde il tempo a trattare la cosa in modo "partitico" e non "politico", la mafia impazza, le discariche si riempiono ed i "cittadini" continuano ad ammucchiare le immondizie sotto il naso della gente che vede, come il mio amico Luiz.